UE e riforma del Mercato Unico: più spazio a PMI e small mid-cap

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La Commissione Europea ha annunciato, con comunicato stampa del 21 maggio 2025, un nuovo piano strategico per rafforzare il mercato unico, con l’obiettivo di renderlo più accessibile, efficiente e privo di ostacoli inutili.

Il documento, in lingua inglese, introduce una serie di interventi ambiziosi per eliminare le barriere che ancora limitano il commercio e gli investimenti tra i Paesi dell’UE.

Particolare attenzione è rivolta alle piccole e medie imprese (PMI), che potranno operare più facilmente e crescere all’interno del mercato europeo grazie a regole semplificate e strumenti digitali.

In aggiunta, la Commissione ha evidenziato che le imprese europee affrontano attualmente un carico burocratico di circa 400 milioni di euro l’anno, a cui si sommano gli 8 miliardi di euro già risparmiati grazie a precedenti interventi di semplificazione. L’introduzione di una nuova definizione per le imprese di media dimensione (le cosiddette "small mid-caps") permetterà di estendere loro agevolazioni prima riservate solo alle PMI, riducendo così gli oneri normativi e liberando risorse utili per innovazione e sviluppo.

Queste riforme non solo incoraggiano la crescita imprenditoriale, ma favoriscono anche una maggiore digitalizzazione della burocrazia. L’obiettivo è chiaro: abbattere i costi amministrativi del 25% in generale e del 35% per le PMI entro la fine del mandato della Commissione (nel 2029).

Una nuova visione per un Mercato Unico più forte e vicino a cittadini e imprese

Il Mercato Unico europeo è una delle conquiste più importanti dell’Unione, ma per affrontare con successo le sfide globali attuali - dai cambiamenti geopolitici alla transizione verde e digitale - non basta mantenere lo status quo. È necessario rinnovare l’approccio, con coraggio e concretezza. La Commissione Europea propone dunque una strategia chiara, articolata in sette assi d’azione fondamentali che mirano a rendere il Mercato Unico più accessibile, equo e reattivo.

1. Abbattere le barriere più dannose

Il primo passo è fare pulizia delle barriere che più ostacolano la libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali. Dopo un’ampia consultazione con imprese e cittadini, la Commissione ha individuato i cosiddetti “Terribili Dieci”: dieci ostacoli prioritari che vanno affrontati subito. L’obiettivo non è creare nuove regole, ma eliminare quelle che - per complessità o incoerenza - bloccano lo sviluppo e la competitività.

2. Aumentare l’ambizione nei servizi

I mercati dei servizi sono il motore dell’economia europea, ma restano ancora troppo frammentati. La Commissione intende adottare un approccio settoriale più incisivo, concentrandosi sui comparti con maggiore potenziale di crescita e impatto, come i servizi digitali, energetici e professionali. Serve più integrazione e meno burocrazia per permettere alle imprese di operare facilmente in tutta Europa.

3. Dare più spazio alle PMI e alle startup

Le piccole e medie imprese sono il cuore pulsante dell’economia europea, ma spesso faticano ad espandersi oltre i confini nazionali. La strategia include misure concrete per ridurre gli oneri burocratici, semplificare l’accesso ai mercati e creare strumenti specifici per start-up e imprese in rapida crescita, come uno statuto europeo semplificato e l’introduzione di uno “SME ID” per velocizzare le procedure amministrative.

4. Accelerare la digitalizzazione

Un Mercato Unico moderno deve poggiare su infrastrutture digitali robuste. Questo significa digitalizzare le procedure amministrative, rendere le norme più interoperabili, e creare strumenti comuni come l’“European Business Wallet” o il “Digital Product Passport”. L’obiettivo è consentire a imprese e cittadini di interagire con le istituzioni pubbliche in modo più semplice, veloce e trasparente.

5. Semplificare per davvero

Ridurre la complessità normativa non è più un’opzione, ma una necessità. La Commissione si impegna a introdurre il principio del “1 dentro, 27 fuori”: per ogni nuova norma approvata a livello europeo, si cercherà di eliminarne almeno 27 obsolete o inutili. La semplificazione renderà le regole più comprensibili, taglierà i costi e aumenterà la produttività.

6. Migliorare l’attuazione delle regole

Non basta avere buone leggi: bisogna anche applicarle in modo efficace e uniforme. La Commissione propone;

  • una stretta collaborazione con gli Stati membri per rafforzare le capacità di controllo e vigilanza,
  • di prevenire l’introduzione di nuove barriere,
  • di fare rispettare le regole laddove non vengano applicate correttamente.

7. Creare un vero senso di appartenenza

Infine, questa strategia chiama in causa tutti i livelli istituzionali - europei, nazionali e regionali - per costruire una responsabilità condivisa. Solo unendo le forze sarà possibile trasformare il Mercato Unico in uno spazio realmente integrato, che funzioni per tutti, ovunque.

PMI protagoniste nel Mercato Unico: semplificazione, crescita e meno ostacoli

Le piccole e medie imprese (PMI) sono il motore economico dell’Unione Europea: rappresentano la maggioranza delle imprese e generano posti di lavoro, innovazione e valore per i territori. Eppure, troppo spesso si trovano a fare i conti con normative complesse, obblighi amministrativi pesanti e difficoltà nel muoversi liberamente all’interno del Mercato Unico.

La nuova strategia europea vuole cambiare questo scenario, mettendo le PMI al centro di un’azione concreta e ambiziosa. L’obiettivo è rendere più semplice per una piccola impresa aprire nuovi mercati, operare oltre confine e crescere senza che burocrazia e frammentazione nazionale diventino ostacoli insormontabili.

Per iniziare, la Commissione ha lanciato un nuovo strumento online: l’SME ID, un identificativo basato sull’autovalutazione che consente alle imprese di dimostrare facilmente la propria qualifica di PMI. In questo modo si eliminano le richieste ripetitive di documentazione da parte delle autorità nazionali e si semplifica l’accesso ai benefici previsti.

Nuova categoria delle small mid-caps

Attualmente, le small mid cap vengono trattate alla stregua delle grandi aziende, dovendo rispettare esattamente gli stessi vincoli normativi. In pratica, appena una piccola o media impresa supera i 250 dipendenti, viene automaticamente classificata come grande impresa secondo le regole attuali, e si trova improvvisamente sommersa da un carico molto più elevato di obblighi burocratici e amministrativi. Questo passaggio brusco scoraggia le aziende a crescere e ne limita il potenziale competitivo.

Per superare questo ostacolo, la Commissione Europea ha deciso di istituire ufficialmente una nuova categoria d’impresa: quella delle piccole imprese a media capitalizzazione – o small mid cap. Si tratta di aziende con meno di 750 dipendenti e con un fatturato massimo di 150 milioni di euro o attivi fino a 129 milioni di euro. Questa categoria intermedia permette di accompagnare meglio lo sviluppo delle imprese che crescono oltre la soglia delle PMI, evitando che si trovino subito sottoposte a tutte le regole previste per i grandi gruppi.

L’intento è quello di sostenere la crescita naturale delle imprese, garantendo loro un ambiente normativo più favorevole man mano che si espandono, senza il salto immediato verso le rigidità previste per le grandi aziende. In questo modo si creano incentivi più equilibrati allo sviluppo.

Grazie al riconoscimento delle small mid cap, le misure introdotte dalla Commissione puntano a ridurre gli obblighi normativi e liberare risorse utili per investimenti e crescita. L’obiettivo è di tagliare i costi amministrativi per queste imprese del 25%–35% entro il 2029, contribuendo a rendere il Mercato Unico più competitivo e inclusivo.

Aiutare le imprese a finanziare innovazione e sostenibilità

La strategia rafforza anche l’accesso delle PMI alla finanza sostenibile. Verranno introdotti standard volontari semplificati per dimostrare l’impegno ambientale, riducendo il peso delle richieste provenienti da grandi clienti o istituti bancari.

Inoltre, verrà esteso il Fondo PMI per coprire nuovi ambiti come la valorizzazione della proprietà intellettuale e la promozione di prodotti artigianali e locali.

Un Mercato Unico digitale, semplice e connesso: l’Europa si aggiorna

In un mondo sempre più interconnesso, la digitalizzazione non è più un'opzione, ma una necessità, anche per il funzionamento del Mercato Unico europeo. Oggi, imprese e cittadini si aspettano di poter interagire con le amministrazioni pubbliche in modo rapido, trasparente e completamente online. Eppure, molte procedure sono ancora legate a documenti cartacei, richieste ripetitive e sistemi che non “parlano” tra loro. La Commissione vuole cambiare radicalmente questa situazione.

Dalla carta ai dati

Il cuore della trasformazione proposta è passare da un sistema basato sui documenti a uno basato sui dati.

Questo significa che, invece di scambiarsi moduli cartacei o PDF, amministrazioni e imprese potranno condividere informazioni in formato digitale, strutturato e immediatamente utilizzabile. Un’impresa, ad esempio, potrà fornire i propri dati una sola volta, e questi saranno poi riutilizzati in automatico da tutti i sistemi pubblici grazie al principio del “once only”.

Strumenti digitali a servizio delle imprese

Per rendere tutto questo possibile, la strategia prevede l’introduzione di strumenti concreti:

  • European Business Wallet, una sorta di portafoglio digitale per le imprese, che consentirà di archiviare e condividere in modo sicuro documenti, certificati e informazioni aziendali con le autorità pubbliche di tutta Europa;
  • Digital Product Passport, un “passaporto digitale” per i prodotti, che raccoglierà tutte le informazioni rilevanti (dalla sostenibilità alla conformità) accessibili attraverso un semplice QR code;
  • Single Digital Gateway e sistema OOTS. Sportelli digitali unificati e piattaforme europee che collegano tra loro le pubbliche amministrazioni, consentendo alle aziende di gestire online procedure anche in altri Paesi membri.

Interoperabilità e semplicità al centro

Uno degli obiettivi principali è creare un ecosistema digitale interoperabile, dove i sistemi informatici delle varie amministrazioni siano in grado di dialogare tra loro, riducendo il carico per chi deve inviare dati. Ciò significa meno duplicazioni, meno errori, meno costi.

Inoltre, si lavorerà per:

  • digitalizzare le dichiarazioni di conformità dei prodotti;
  • rendere più trasparente e accessibile il sistema di appalti pubblici;
  • favorire l’uso della fatturazione elettronica tra imprese e pubbliche amministrazioni;
  • introdurre processi digitali nel settore edilizio (come il Building Information Modeling).

Tutti questi strumenti non sono fine a sé stessi: servono a liberare tempo e risorse per le imprese, soprattutto le più piccole, a rendere il mercato più equo e moderno, e a rendere l’Unione Europea un leader globale nell’innovazione digitale applicata al settore pubblico.

Grazie a questa trasformazione, il Mercato Unico potrà diventare più integrato, dinamico e a misura di cittadino e impresa.

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